Il lavoro di Bruno e Piera è fatto di ricerca, di soluzioni innovative che guardano alla creatività più nel suo senso architettonico che in quello modaiolo. In ogni creazione, infatti, troviamo chiari rimandi al passato, alle radici, alla storia dell’architettura e del territorio.
Fino alla fine del ventesimo secolo, il loro lavoro affiancherà alla progettazione e realizzazione architettonica, l’elaborazione di piani urbanistici e lavori di design e grafica.
Il nuovo millennio inizia con realizzazioni importanti come la Cantina Sociale di Trento e la stazione di intermodalità di Daolasa, esempi significativi di come attraverso l’architettura si possano raccontare le vocazioni o le peculiarità di un territorio.
Nel 2004 anche il figlio Giacomo inizia a collaborare con lo studio. Il suo è un ritorno all’architettura, riscoperta da adulto dopo un’infanzia e una giovinezza passate quasi rifiutando questa disciplina che tanto assorbiva i suoi genitori, sempre in equilibrio tra creatività artistica e conoscenza tecnica.
Dopo gli anni in Accademia di Architettura a Mendrisio e un periodo di pratica in Australia, decide di rimanere in Ticino e, dopo varie esperienze in studio professionali, nel 2009 apre il suo studio a Lugano. Ma, grazie allo stretto legame con i genitori, rimane comunque in collegamento con l’architettura trentina.